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Tamara de Lempickaera tutte le sue donne

 

Tamara de Lempicka
era tutte le sue donne

Appassionata, provocatrice, libera e dallo spirito antesignano: ripercorriamo l’ascesa, la discesa e la nuova ribalta dell’artista polacca

Le donne nella storia dell’arte sono, purtroppo, state numericamente inferiori rispetto agli artisti uomini. In parte perché un tempo non veniva permesso loro di esprimersi attraverso l’arte, in parte perché osteggiate da un sistema maschilista che ha sempre impedito loro di farsi largo in questo mondo.
Fino alla metà del ‘900 erano poche le donne che erano riuscite a imporsi in modo incisivo nel panorama della storia dell’arte. Una di queste è sicuramente Tamara de Lempicka.
Donna intraprendente e appassionata, nasce in Polonia alla fine dell’800. Dopo aver girato l’Europa, essersi sposata giovanissima in Russia e aver avuto non pochi problemi con la legge a causa delle sue idee politiche, si stabilisce a Parigi dove negli anni ’20 si imbatte nello stile pittorico/stilistico più in voga in quegli anni e ne diventa una delle maggiori esponenti: l’Art Déco.
Innamorata della figura femminile (era dichiaratamente bisessuale, in un periodo storico in cui esprimere il proprio orientamento sessuale era un tabù), dipinge donne forti, dai lineamenti marcati, visi spigolosi e fisici morbidi e rotondi. Donne intraprendenti, donne moderne, donne sfacciate e intransigenti, donne di alta società e donne di malaffare. Nude o vestite di un semplice velo. In abiti castigati e in abiti provocanti. Donne che fumano e che guidano. Donne tristi e donne severe. Orge di donne. Donne mascoline. Talvolta anche uomini ma con tratti del volto femminili.

L’attenzione della Lempicka nei riguardi della figura femminile ha fatto pensare a molti che nei suoi ritratti si nascondesse parte della storia della stessa autrice, il forte carattere che possedeva e la libertà mentale di cui disponeva. Tamara de Lempicka era tutte le sue donne.
Agli inizi degli anni ’40, poco prima dello scoppio della la Seconda Guerra Mondiale, si trasferisce a Beverly Hills con il suo secondo marito. L’America e la modernità la allontanano dall’Art Déco e la avvicinano all’arte astratta. Diventa nomade anche negli Stati Uniti. Si trasferisce prima a Huston e poi a New York, mentre la sua arte diventa sempre meno incisiva e piano piano entra nel dimenticatoio. Ormai anziana lascia gli agi degli States e si innamora del rude Messico, dove morirà nel silenzio nel 1980.

Solo dopo la sua morte un’altra donna, libera e intraprendente come lei, amante dell’arte e delle donne, riesce a riabilitare il suo nome e la sua maestria: è grazie alla cantante Madonna che il nome di Tamara de Lempicka ritorna alla ribalta. Grande collezionista delle sue opere, Madonna usa i suoi quadri in diversi video musicali, imitandone lo stile e le pose nei servizi fotografici. I grandi fotografi di moda e i registi più famosi riproducono per Madonna i colori e le luci delle opere di Tamara de Lempicka. Il suo nome ritorna nel mercato dell’arte, vengono rispolverate le sue opere che iniziano a girare nei musei di tutto il mondo, conquistando un pubblico di ammiratori e di studiosi che daranno al grande talento della Lempicka la stima che merita.
Tamara de Lempicka era tutte le sue donne. Molto probabilmente Madonna è una di quelle.

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