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L’anima sensibile ed elegante di MARIO DICE

 

L’anima sensibile ed elegante di MARIO DICE

Mario Dice raffinato ed elegante è un designer che rappresenta con orgoglio il valore del made in Italy a livello internazionale, classico futurista, dinamico e pieno di determinazione, oggi è uno degli esempi di eccellenza di moda italiana. La sua carriera è costellata di esperienze formative che lo hanno arricchito umanamente e professionalmente.
In questa intervista esclusiva, lo stilista si racconta.

Nel mondo del Fashion, sei uno dei designer italiani più apprezzati. Hai collaborato con grandi nomi della moda, cosa ti hanno lasciato a livello creativo e umano?
Ognuno di loro a suo modo ha aiutato il creativo che c’è in me, a trasformare
la propria fantasia in un lavoro e a capire come meglio poterne fare uso facendo sì che diventi concretezza. A livello umano come persona da una parte ho appreso la “dignità del lavoro» dall’altra ho capito come non avrei mai dovuto comportarmi con le persone che avrebbero un giorno dovuto lavorare per me.
A livello umano hanno avuto in comune il poco rispetto per la “persona”. Qual è il segno distintivo per il tuo brand?
Credo di poter dire con certezza “La storia dell’Esperienza”. La percepisce chi sceglie un nostro abito. Ci sono storie che te le devi sentire sulla pelle e poi giù, fin dentro quello scrigno sconosciuto che custodisce i nostri segreti così impalpabili perché fatti di emozioni, memorie, vissuti e intenzioni. Sono storie che devi sentirtele attecchire dentro con le loro radici, devi lasciare che si innestino con onestà alla tua natura, per poi farle sbocciare fuori in un racconto autentico narrato dagli abiti, scritto con il linguaggio di stoffe plasmate con mani pregevoli, e lavorazioni così ricche eppur sottili che la pelle decora mentre le accarezzano l’anima .
L’eleganza per la donna di Mario Dice?
È una donna forte e al tempo stesso delicata “Ho sempre avuto il massimo rispetto per il corpo ma anche per la testa delle donne”. L’eleganza delle mie collezioni nasce da questi due punti fondamentali. È in questo modo che ogni donna che indossa un mio abito ne trasmette la propria eleganza, creando e trasmettendo lei stessa a sua volta l’eleganza di Mario Dice.
Nella mia donna trovi il mio entusiasmo, la mia sicurezza, la capacità di stupirmi davanti al mondo. Lei che trasforma il mio, nelle collezioni si percepisce quel sentimento di trovarsi all’inizio di ogni strada, avendo davanti a sé tutte le possibilità.

L’estetica profonda dell’alta moda come è cambiata?
L’Alta Moda è cambiata, e si è trasformata in una vetrina molto instagrammabile, dello sfarzoso e creativo lavoro artigianale, in un’ode alle più straordinarie creazioni dei designer, che nel settore hanno un effetto a cascata, influenzando il prêt-à-porter e anche le collezioni fast-fashion.
L’Alta Moda è un territorio di libera espressione, e contribuisce alla costruzione dell’immagine di un brand. La pandemia ha rivoluzionato e cambiato il sistema moda, con quali conseguenze per il made in Italy?
L’ unica grande vera conseguenza: non aver imparato nulla da tutto ciò si continueranno a commettere gli stessi errori che già prima del virus stavano facendo entrare in crisi un sistema ben costruito. La vera pandemia della moda è il sistema che lo compone.
L’unica conseguenza a stata approfittarsi dei problemi delle piccole aziende.
Lo stile, le star, la sensibilità cosa rappresentano per Te?
Lo stile è ciò che educa il mio lavoro, la cosa più difficile da creare sostenere nel tempo e trasportare su un abito. Lo “stile”, riconoscibile, innovativo è ciò che crea un brand. Le donne che comprano un mio abito sono le uniche Star che seguo.
La sensibilità e ciò che mi rende fragile, il mio tallone di Achille in un mondo dove essere sensibile spesso non aiuta, però senza non riuscirei a creare un sogno, ma solo prodotto.
A chi hai detto di no è perché?
Per essere politicamente corretto non posso far nomi ma posso dirti che ultimamente i no sono dovuti a chi compra “marchi” senza minimamente immaginare che la “moda” non è un gioco ma un lavoro.
Una visione del mondo moda che si sposta su quell’oggi tra e-commerce, le sfilate digitali e la sostenibilità. La tua opinione al riguardo?
Purtroppo ancora una volta il mondo della moda non è unito ma individualista. Dopo tante frasi fatte su stagioni da cancellare e collezioni da non mostrare non è cambiato nulla. Si parla di creare vere collezioni nate dalla creatività e di grande qualità? Ora pongo io una domanda. Dove sono? Le sfilate in streaming non stanno funzionando, anche se la stampa guidata da grande pianificazione non lo ammetterà in tempi brevi. La moda è creata da troppi elementi emozionali per diventare digitale. Un grande traguardo mai come in questo anno e mezzo per noi aziende è l’e-commerce perché ci ha aiutati, non solo per le vendite ma a farci avere più consapevolezza del nostro prodotto e di chi l’acquista. Invece considerata, però per me, un’arma a doppio taglio per i multibrand, perché non si rendono conto che hanno i giorni contati se non cambiano il loro sistema di comprare e vendere le collezioni.
La sostenibilità? Per ora un’utopia nessuna azienda può garantire che ciò che dichiara sostenibile arrivi almeno al 50% del vero.


In quale atmosfera si immerge la nuova collezione fall/winter 2021/22?
“Sempre”, il settimo album di Gabriella Ferri, uno dei ricordi più belli e più intensi della storia musicale italiana, diviene collezione, trasformando versi e strofe in stoffa per continuare a raccontare emozioni, tra musica e moda.
“Ho lavorato cercando di trasferire sui miei vestiti la sua carica femminile e la sua anima così speciale”, io ho immaginato come e cosa avrebbe indossato oggi questa artista straordinaria per salire su un palcoscenico o più semplicemente per passeggiare nei vicoli della sua amata Roma.
Lei amava vestire a strati, mischiare la sera con il giorno, usare le giacche da uomo mettendo però sempre in risalto il punto vita.
Tra le novità che riguardano il tuo brand, il lancio di una nuova piattaforma e-commerce ce ne vuoi parlare?
Come ti accennavo nella domanda precedente, un grande traguardo perché ci ha dato modo di capire come siamo percepiti da un pubblico più vasto e questo influenzerà sicuramente le mie prossime collezioni. Siamo partiti con pochi prodotti circa 30 per poi ampliarlo nel corso degli anni. Già dalla prossima stagione FW21 verranno inserite le borse Mario Dice.
Guardare avanti, sempre e comunque, con quale ottica?
Credo che ci sia una sola cosa che un creativo in generale non deve perdere, il rispetto per sé stesso. Il nostro è un sistema che ti costringe spesso a confrontarsi con numeri e compromessi che spesso ti portano a dimenticare che ciò che un designer deve fare è creare, essendo libero se pur dentro a tutti gli schemi.

 

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